Diffida a non fare — Concorrenza sleale/parassitaria
Condotte di concorrenza sleale ex art. 2598 c.c. (confusione, denigrazione, appropriazione di pregi, parassitismo)? Il software genera la diffida a non fare per ottenere cessazione, rimozione dei materiali e impegni a non reiterare. Scarichi il PDF e lo invii con i tuoi canali (PEC o raccomandata A/R). Primo documento gratis.
Modello conforme a prassi. Nessuna promessa di invio integrato.
Quando si usa e perché
La diffida a non fare è indicata quando un concorrente pone in essere condotte vietate dall'art. 2598 c.c. (es. confusione con segni/attività altrui, denigrazione o appropriazione di pregi, pratiche parassitarie) o altre prassi contrarie alla correttezza professionale.
Serve a ottenere cessazione immediata, rimozione di contenuti/materiali, impegni scritti a non reiterare e a pre-costruire la prova prima di richiedere, se necessario, inibitoria e risarcimento (artt. 2599–2600 c.c., rimedi ordinari; possibile anche ricorso d'urgenza ex art. 700 c.p.c. ove ne ricorrano i presupposti).
Elementi essenziali del modello (specifici)
Identificazione precisa delle condotte (esempi, date, canali, URL, materiali)
Fondamento giuridico (art. 2598 c.c.; richiami a 2599–2600 c.c.)
Intimazioni: cessazione immediata; rimozione/ritiro materiali; astensione da ulteriori atti
Impegni: a non reiterare, a comunicare la cessazione ai soggetti coinvolti (clienti/partner), a restituire/distruggere materiali illeciti
Termine per adempiere (ragionevole rispetto all'azione richiesta: p.es. 48–72 ore per contenuti online; 7–10 giorni per cessazioni strutturali)
Riserva di azioni: inibitoria e risarcimento; eventuali penali contrattuali se applicabili
Allegati: evidenze (screenshot, perizie, comparazioni, corrispondenze)
Prove e allegati utili
Screenshot/timestamp e archiviazione web; confronti tra segni/distintivi; comparativi di offerte/listini; testimonianze/corrispondenza; log di campagne e pagine; eventuali perizie o rassegne stampa; contratti/NDAs violati.
Errori comuni da evitare
Condotte descritte in modo generico o senza evidenze allegabili
Richieste non misurabili (nessun elenco di URL/materiali da rimuovere)
Termini irrealistici (troppo brevi/lunghi rispetto all'azione)
Mancanza di impegni a non reiterare e di informativa ai clienti/partner
Invio con canali che non provano la ricezione (preferire PEC/A-R)
Mini fac-simile (estratto 7–9 righe)
Oggetto: Diffida a non fare — Concorrenza sleale/parassitaria (art. 2598 c.c.)
Con riferimento alle condotte descritte (confusione/denigrazione/appropriazione di pregi/pratiche parassitarie) e alle evidenze allegate, Vi intimiamo di: (i) cessare immediatamente le attività contestate; (ii) rimuovere/ritirare entro [TERMINE] i materiali indicati agli URL/elenco allegato; (iii) assumere impegni scritti a non reiterare, informando i Vs. incaricati/clienti.
Ci riserviamo inibitoria e risarcimento (artt. 2599–2600 c.c.) in difetto di riscontro entro il termine. Allegati: evidenze, comparativi, comunicazioni pregresse.
Invio e prova di invio
Scarichi il PDF e lo invii con i tuoi canali (PEC o raccomandata A/R). Conserva ricevute e tracciati (es. log di rimozione); la dashboard archivia cronologia e documenti.
Come funziona
Processo semplice e veloce in 4 passaggi
"A non fare – concorrenza sleale/parassitaria"
condotte, URL/materiali, prove; upload documenti
fac-simile con cessazione, rimozione e impegni personalizzati
PDF; invio con i tuoi canali
Domande Frequenti
L'art. 2598 c.c. vieta, tra l'altro, atti di confusione con i segni/attività altrui, denigrazione del concorrente e appropriazione di pregi, oltre a qualsiasi comportamento contrario alla correttezza professionale. La diffida a non fare è opportuna quando vuoi ottenere cessazione immediata della condotta, rimozione dei materiali illeciti e impegni a non reiterare, predisponendo prova prima di un'eventuale inibitoria o domanda di risarcimento.
Una descrizione puntuale delle condotte (con esempi e URL), il fondamento giuridico (art. 2598 c.c.), le intimazioni (cessazione, rimozione/ritiro, astensione futura), gli impegni (non reiterazione, informativa ai clienti/partner, restituzione/distruzione di materiali), un termine ragionevole e la riserva di azioni (inibitoria/risarcimento). Allegare evidenze è essenziale.
Screenshot e timestamp, archiviazioni web, comparativi di segni/offerte, corrispondenze, testimonianze, log di campagne e pagine, eventuali perizie. Per condotte online è utile indicare gli URL da rimuovere e documentare la successiva rimozione.
La diffida è un atto stragiudiziale che chiede cessazione e rimozione con impegni a non reiterare; l'inibitoria è un provvedimento del giudice (anche in via d'urgenza ex art. 700 c.p.c.) che ordina la cessazione, eventualmente con penali e misure di rimozione. La diffida può preparare la prova e favorire una soluzione rapida.
Dipende dall'azione richiesta: per contenuti online spesso sono congrue 48–72 ore; per ritiri fisici/comunicazioni ai clienti possono servire 7–10 giorni. Il software propone un termine modificabile coerente con la casistica e con l'urgenza.
Valuta inibitoria (anche d'urgenza ove ne ricorrano i presupposti) e risarcimento ex artt. 2599–2600 c.c., allegando alla domanda la diffida, le prove e l'eventuale mancato riscontro. In caso di violazioni seriali, utile richiedere impegni rafforzati e sanzioni per ogni violazione.
Le informazioni hanno finalità pratiche e non sostituiscono consulenza legale sul caso concreto.
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